Il progetto di allestimento si basa sull’idea di inserire nello spazio centrale dell’Acquario Romano un certo numero (circa 15) di “oggetti”, o moduli, che funzionino come strutture espositive e al tempo stesso come strumenti per un uso “anomalo” dello spazio. Ogni modulo sarà composto da un telaio in legno sul quale si incardina su ogni lato un’anta di porta, e potrà presentarsi in due differenti “stati”: chiuso o aperto.
Contrariamente all’approccio dominante in materia di esposizioni, il “contenuto” della mostra non sarà direttamente disponibile agli occhi degli osservatori, ma sarà racchiuso all’interno dei moduli espositivi: solamente attraverso un’esplicita azione i visitatori, aprendo le porte, si guadagneranno l’accesso alle informazioni da essi custodite. Obiettivo di questa scelta è il superamento del ruolo completamente passivo del visitatore, e il suo coinvolgimento diretto, come protagonista, nell’esperienza espositiva.
Oltre al contenuto espositivo, che troverà il suo spazio sul lato interno delle porte, in forma di pannelli a stampa, ogni modulo nasconderà al suo interno una speciale struttura pieghevole pronta ad aprirsi in modo simile ai classici pop-up di carta. Ognuna di queste strutture funzionerà una volta aperta come “strumento” esemplificativo delle possibili declinazioni dello “stare” nello spazio pubblico, andando a rappresentare una serie di possibili azioni: giocare, abitare, costruire, cucinare, condividere, fare musica, proiettare contenuti multimediali…
Nel loro insieme gli “oggetti pieghevoli” contenuti all’interno dei moduli si presenteranno come un toolkit per l’uso dello spazio pubblico, con l’obiettivo di trasformare lo spazio espositivo dell’Acquario Romano nell’immagine di uno spazio pubblico temporaneo, dinamico e pronto ad accogliere le più svariate esigenze individuali e collettive. Oltre a poter essere quotidianamente utilizzati dai visitatori per “abitare” lo spazio dell’Acquario, i tools contenuti nei moduli potranno servire, in occasioni particolari, come base per l’organizzazione di speciali eventi o performance: la preparazione di cibi, l’organizzazione di concerti, la proiezione di video, la costruzione di altre strutture…
La presenza delle porte se da una parte simboleggia in modo evidente il tema dell’accesso del visitatore alla realtà dell’opera esposta, dall’altra è uno strumento per mettere a tema la profonda e cruciale relazione tra spazio interno ed esterno, tra spazio pubblico e spazio privato, che si trova alla base dell’approccio proposto al tema dello spazio pubblico urbano. Così come gli oggetti pieghevoli che troviamo racchiusi al interno dei moduli espositivi, anche lo spazio pubblico si trova in un certo senso sempre “preso” tra le soglie degli spazi privati, in un esterno che presenta necessariamente anche tratti di intimità.
Il progetto dei moduli espositivi è stato pensato sulla base di criteri di modularità, flessibilità, riadattabilità e componibilità. I moduli presentano tutti le medesime dimensioni e funzionano in modo autonomo o coordinato: possono essere disposti in modo indipendente o affiancati lateralmente in modo da comporre un’unica struttura espositiva. A seconda delle necessità il numero dei moduli utilizzati può variare senza vincoli di nessun genere, consentendo di ospitare qualsiasi tipo di progetto espositivo. Le strutture interne pieghevoli, pensate nel contesto della mostra proposta come rappresentazione di attrezzature per l’uso dello spazio pubblico, possono in altri contesti e a seconda delle necessità essere utilizzate senza bisogno di modifiche come piani d’appoggio per l’esposizione di modelli o oggetti di vario genere, rendendo i moduli espositivi adeguati alle più svariate necessità.
Al termine del ciclo espositivo, i moduli potranno essere facilmente smontati e immagazzinati: le porte si sfileranno con agilità dai cardini e i telai potranno essere divisi in due parti consentendo un agile stoccaggio.
allestimento
2° premio - concorso
Marzo 2013
Biennale Spazio Pubblico 2012
Casa dell’Architettura, Roma
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