Civico Civico – LURT

LURT - Laboratorio Umano di Rigenerazione Territoriale

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LURT – Laboratorio Umano di Rigenerazione Territoriale

 

Riesi è una piccola città della Sicilia centrale, nella provincia di Caltanissetta: è il cuore giallo e bruno della Sicilia, un tempo granaio e miniera e oggi area interna che soffre di fenomeni di spopolamento e marginalizzazione.

La storia di Riesi è intimamente legata al nome di Tullio Vinay, pastore valdese che qui, negli anni Sessanta, fondò il centro Servizio Cristiano e realizzò insieme a Leonardo Ricci il Villaggio Monte degli Ulivi, inaugurando quel luogo come supporto educativo, culturale e sociale delle fasce più deboli, in un territorio fragile e isolato.

Con la costruzione del Villaggio Monte degli Ulivi veniva inaugurata a Riesi l’idea di un’architettura inclusiva, aperta alle contaminazioni e ai contributi del contesto, in cui l’opera architettonica viene plasmata e riplasmata dall’architetto e da chi con lui interagisce.

 

In questo contesto nasce il Laboratorio Umano di Rigenerazione Territoriale, una scuola estiva internazionale che ha come obiettivo il recupero di un immobile confiscato alla mafia, la cui gestione è affidata al Servizio Cristiano. Si tratta di una palazzina di tre piani frutto della speculazione edilizia degli anni Ottanta che fu la casa di un boss riesino e che, dal suo arresto, è caduta nell’incuria e nell’oblio.

Il Laboratorio, parallelamente all’azione di recupero fisico dell’immobile, propone una riflessione sull’abbandono dei borghi storici nelle aree interne del paese, che oggi vivono una condizione di emarginazione e mancanza di opportunità. Il tema ha un forte carattere simbolico e rappresenta un particolare punto di vista nel rapporto tra memoria e rigenerazione, qui interpretato come rimozione e speranza di un riscatto sociale e culturale.

La prima edizione del Laboratorio, che si è svolta ad Agosto 2020, ha rappresentato la prima tappa della rigenerazione del bene confiscato. Lo scopo è stato aprire l’edificio alla città per dare sede ad una nuova scuola in cui “i giovani riesini partecipanti potranno acquisire gli strumenti utili a riabitare il territorio (…)”.

Al Laboratorio ha partecipato una ventina tra studenti e giovani laureati, oltre a numerosi professionisti che hanno affrontato da più punti di vista i temi del recupero dei beni confiscati alla criminalità organizzata e delle strategie per le aree interne.

Il programma del Laboratorio, eccetto il cantiere, si è interamente svolto al Villaggio Monte degli Ulivi, dove si respira ancora quel clima di ascolto e condivisione, collaborativo e fecondo, che caratterizza il luogo dalla sua fondazione e che, con il progetto Civico Civico, si è tentato di estendere all’interno del tessuto urbano di Riesi.

 

Civico Civico è il nome dello spazio rinnovato, in coerenza con il dialetto siciliano che raddoppia avverbi e aggettivi per rafforzare un concetto. Il primo intervento interessa il piano terra dell’edificio, con il duplice obiettivo di aprirlo ad un uso pubblico, in connessione visiva e fisica con la strada, e di creare al suo interno degli spazi flessibili per diversi tipi di attività. Oggi Civico Civico è uno spazio aperto tutti i giorni per i bambini ed i ragazzi di Riesi, un luogo in cui l’apprendimento attivo, l’abitudine al confronto ed il senso di appartenenza ad una comunità diventano strumenti di contrasto alla dispersione scolastica, alle diseguaglianze economiche e sociali, perfino alla pandemia.

Durante la realizzazione del progetto – e in qualche modo in continuità con l’esperienza di costruzione del Villaggio Monte degli Ulivi – è stata proposta una modalità di intervento sperimentale per favorire, insieme alla trasformazione fisica, la creazione di nuove prospettive e relazioni tra le persone e i luoghi. Civico Civico è il frutto di una costruzione collettiva, in cui i progettisti lavorano con le maestranze locali, gli abitanti e i giovani professionisti: il progetto definito preliminarmente durante la realizzazione viene continuamente discusso e arricchito.

Il cantiere non è più un luogo esclusivo per gli addetti ai lavori, ma diviene un momento di creazione corale, di apprendimento e di incontro: la realizzazione di un bene comune diviene volano per la condivisione di esperienze, la costruzione di reti sociali e la diffusione di un senso di appartenenza ai luoghi.

Obiettivo generale della proposta – che passa attraverso le fasi di programmazione, attuazione ed esercizio – è far nascere un sistema stabile di relazioni, una comunità che, coinvolta nel processo di rigenerazione urbana e nelle iniziative culturali attivate, possa sviluppare un rinnovato senso di identità ed appartenenza al quartiere, diventando motore per uno sviluppo sostenibile ed una migliore qualità della vita.

Le scelte progettuali si orientano secondo un principio di adattabilità, tanto nello spazio quanto nel tempo. La pianta dell’edificio a destinazione residenziale viene modificata attraverso la semplice sottrazione di partizioni interne, ampliando i vani ed aumentandone la capienza. Le tracce delle demolizioni disegnano geometrie incomplete nei nuovi ambienti, lasciando visibile la trasformazione.

Viene fatta entrare la luce: sono sostituiti tutti gli infissi e una finestra su via Piemonte diventa una grande porta a vetri, per lasciare libero accesso agli sguardi e alle persone: è il nuovo “civico”, incorniciato con palanche di abete e sormontato da una linea di luce, affinché la strada non sia mai buia.

La vecchia saracinesca del garage su via Campania è sostituita da un infisso in ferro, il cui disegno è frutto di una rielaborazione dei caratteri osservati nel contesto locale. La grande porta a due ante, che apre lo spazio interno alla strada, all’esterno si tinge del blu, insieme all’asfalto e all’intonaco del muro.

L’intero tratto di via Campania (oggi “la strada blu”), in accordo con il Comune di Riesi, viene pedonalizzato e trasformato in un grande spazio di gioco a cielo aperto: un playground dove linee bianche curve e rette compongono giochi di strada e suggeriscono usi possibili, entrando all’interno per proseguire sul nuovo pavimento di legno.

Elementi di arredo a scala urbana abitano alternativamente lo spazio interno e quello esterno, funzionando come sedute, giochi, spalti, dissuasori per le auto. Allo stesso modo all’interno gli arredi sono elementi semplici e modulari, per funzionare al meglio nei differenti utilizzi.

 

Il progetto è solo l’inizio di un processo di rigenerazione urbana che punta ad incoraggiare i giovani di Riesi a vivere il proprio paese. La trasformazione non si esaurisce con il recupero fisico dell’immobile, ma diviene strumento per un obiettivo più ampio: recuperare un uso collettivo e creativo degli spazi urbani, aprire luoghi di incontro e attività, promuovere momenti di formazione attiva, in cui apprendere mestieri e culture diverse.

“Come in un’ascesa dantesca nei tre livelli dell’edificio, si è partiti dal piano terra, quello più vicino alla vita condivisa, testimone della città e attraversata da indifferenza, speranza, sofferenza voglia di redenzione – spesso celata dietro gli scuri delle persiane – e gioia, come quella dei tanti bambini del quartiere che spontaneamente si sono avvicinati all’opera che prendeva forma, venendone poi coinvolti direttamente.” (D. Mollura, Il Giornale dell’Architettura)

“L’obiettivo che ci prefiggiamo è lo sviluppo di una comunità informata, costituita da persone autonome, indipendenti, che con impegno civico e responsabilità personale siano in grado di gestire la propria vita in una società basata sul rispetto reciproco e la libertà di poter scegliere tra più alternative”, sottolineano gli organizzatori di LURT 2020. Si punta, “attraverso la scuola, a iniziare a rispondere alle urgenze del territorio, elaborando due fasi, una immediata e una a medio-lungo termine. La prima fase consiste nell’attivare una serie di corsi di formazione legati ai temi dell’agricoltura biologica e della creatività contemporanea. Mentre la seconda fase, più articolata, prevede l’adozione da parte dei giovani delle case sfitte e abbandonate da decenni, recuperarle attraverso il processo della autocostruzione, e casa dopo casa rigenerare il tessuto urbano riesino. In questo modo edifici senza alcun pregio architettonico vengono ripensati e riabitati acquisendo nuovi significati. Edifici esito di speculazioni imposte dalla mafia possono trasformarsi in architetture. Compito della scuola, che avrà la sua sede proprio nell’immobile confiscato, sarà quello di guidare, attraverso una formazione appropriata, i giovani locali che aderiranno al progetto per riabitare il loro territorio”.

Tipologia

interni, spazi pubblici, workshop

Status

costruito

Data

Agosto 2020

Cliente

Servizio Cristiano Riesi, plug_in

Dimensioni

80 mq + 120 mq

Luogo

Riesi, CL

Foto

Giulio Marzullo, Emanuele Piccardo, Gianluca Fiusco, orizzontale

In collaborazione con

Flora La Sita

Category
interni, spazi pubblici, workshop