Lo spazio della città contemporanea è attraversato e plasmato da cicli sempre più rapidi di trasformazione, la permanenza delle attività in un dato quartiere è caratterizzata da una durata sempre minore, le funzioni degli spazi interni e le destinazioni d’uso degli edifici sono soggette a mutamenti sempre più veloci. E sempre più rapidi sono i flussi e i movimenti che investono le persone che vi abitano, i loro ritmi di vita, le loro abitudini, le loro necessità. In breve, la città e la sua architettura non sono più stabili e permanenti come furono per millenni, ma sembrano al contrario essere caratterizzati dalla transitorietà.
Questa tendenza, che riguarda in primo luogo lo spazio costruito, interno e privato, non può che avere degli effetti anche sullo spazio vuoto della città, lo spazio non costruito. Presentiamo qui una raccolta di progetti per lo spazio pubblico uniti dall’essere, in un modo o nell’altro, transitori. Con questo non è nostra intenzione dichiarare una assoluta superiorità degli interventi temporanei su quelli permanenti, e neppure proporre la temporaneità degli interventi come soluzione universale alle infinite problematiche della progettazione urbana, quanto piuttosto portare l’attenzione su un vasto numero di interventi, oggetti e situazioni che proprio a causa di questa loro anomalia stentano ad essere riconosciuti come legittimi nel mondo della progettazione architettonica.
Le architetture che proponiamo hanno debiti innegabili con le sperimentazioni delle avanguardie architettoniche degli anni ‘70, ricordano a tratti le TAZ di Hakim Bey, affondano le radici nelle tradizioni millenarie dei nomadi e nei leggendari pow-wow dei pellirossa, così come nelle loro interpretazioni contemporanee, i festival musicali e i raduni di ogni genere. Sono architetture mobili, instabili, provvisorie, dinamiche. Strani veicoli che si aprono dando luogo a piazze istantanee, allestimenti temporanei che si riorganizzano a seconda delle necessità, edifici atipici che si montano e si smontano in poche ore usando ponteggi, materiale di risulta, ready-made urbani. Alcune di queste opere insistono sul sito lasciato libero da altre, creando delle concatenazioni nel tempo e dando luogo a uno spazio pubblico in divenire, mai concluso, sempre in movimento. Sono tutte, letteralmente, «opere provvisionali», realizzate per supplire ad una necessità specifica e destinate ad essere smontate e sostituite da altro. E al tempo stesso «opere pre-videnti», che riescono cioè a vedere oltre la propria temporanea utilità, a pensare il luogo che occupano al di là della propria scomparsa.
Il corpus dei progetti esposti, ben lungi dall’esaurire il tema, non deve essere considerato come un insieme chiuso di opere ma come l’indicazione di una direzione, il suggerimento di una pista da seguire. Il progetto espositivo si basa su una, certamente non l’unica, e probabilmente non la migliore, delle possibili classificazioni con le quali si possono assimilare tra loro i progetti selezionati. La tassonomia adottata fa riferimento alle caratteristiche fisiche degli interventi, raggruppandoli secondo il rapporto che sviluppano con il luogo nel quale si trovano, temporaneamente, ad esistere.
Spazi portatili riunisce una serie di oggetti mobili completamente autonomi rispetto al sito, che producono cioè una specifica situazione indipendentemente dal luogo nel quale vengono a trovarsi.
KÜCHENMONUMENT_raumlaborberlin
KOPF KINO_on/off
TANKOCINA_Todo Por la Praxis
WORK WATCHING_Orizzontale
GRADAS NEUMÁTICAS_Todo Por la Praxis
LE ORECCHIE DI GIUSSANO_Orizzontale
MOBILE URBAN SQUARE_Izmo
Piazze mobili raccoglie progetti di spazi pubblici temporanei che sono stati sviluppati per un sito in particolare, veri e propri allestimenti site-specific accomunati dal fatto di manifestare al loro interno un alto livello di flessibilità.
PLACE AU CHANGEMENT_Collectif Etc.
GONDWANA_Orizzontale
LIEUX POSSIBLES #2- Jardin des Remparts_Bruit du frigo
ISTO É UMA PRAÇA!_esterni
SPAZIO OPEN SOURCE_Orizzontale
ORDENACIÓN Y OCUPACIÓN TEMPORAL DE SOLARES_Recetas Urbanas
Strutture pop-up è riferito ad alcune alcune strutture che, pur essendo in parte simili alle ultime, danno vita ad un vero e proprio spazio architettonico protetto, semi-costruito, pensato per accogliere particolari attività.
THE CINEROLEUM_Assemble
TAVERNA_Stoortplaats van dromen
ADD ON. 20 HÖHENMETER_Fattinger | Orso | Rieper
PRÓTESIS INSTITUCIONAL #2_Recetas Urbanas
Cantieri aperti presenta infine alcuni notevoli esempi di processi di maggiore complessità e di più lunga durata nei quali progetti diversi si succedono nel tempo su di uno stesso sito, dando così luogo ad una situazione in continuo mutamento.
CANTIERE BARCA_raumlaborberlin
CAÑADA REAL_Democracia | Recetas Urbanas | Todo por la Praxis
100 UNION STREET_EXYZT
VOLKSPALAST_raumlaborberlin | EXYZT
mostra
costruito
Settembre 2013
Biennale Spazio Pubblico
Casa dell’Architettura, Roma
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