“S.O.S.” è un’installazione site-specific semi-permanente il cui principale obiettivo è la riattivazione di uno spazio urbano abbandonato realizzata da Orizzontale utilizzando esclusivamente materiali di riuso e con la partecipazione del collettivo TXP di Madrid e degli studenti della facoltà di Architettura della Sapienza di Roma.
SITO – “S.O.S.” è stato pensato e realizzato per uno spazio complesso situato all’interno di un giardino pubblico del quartiere di Centocelle a Roma, formato da un piccolo piazzale delimitato da un terrapieno in forma di emiciclo. La caratteristica di maggior interesse dello spazio, e al tempo stesso il suo aspetto più critico, è il suo essere cerniera tra la parte residenziale del quartiere e il “Forte Prenestino”, un antica struttura militare rimasta abbandonata per decenni prima di essere occupata e riscattata dagli abitanti in un percorso ventennale di autogestione. Benché l’interno del fortino sia oggi completamente riattivato da un’intensa attività culturale e sociale, che rende il “Forte Prenestino” uno spazio di primo piano nella vita della capitale, lo spazio di soglia dell’emiciclo antistante è stato progressivamente dimenticato e abbandonato. Ridotto a mero spazio di passaggio privo di identità esso si è gradualmente trasformato nell’immaginario degli abitanti in uno spiacevole buco nero, una “no man’s land” che sembra dividere il centro sociale e la città assai più di quanto li connetta.
PROGETTO – Il progetto “S. O. S.” prende le mosse dalla rilevazione nell’area dell’emiciclo di un grande potenziale inespresso, di una sorta di naturale vocazione ad essere uno spazio nodale dal punto di vista culturale e sociale. Il progetto si sviluppa attorno all’idea che le medesime caratteristiche che rendono lo spazio problematico possono essere il punto di partenza per ribaltarne la condizione e trasformalo in una “all man’s land”, in un luogo vivo e accogliente che proprio grazie alla sua centralità possa divenire la sede di relazioni stabili e positive tra la città e il centro culturale. L’idea è di (ri)costruire in modo discontinuo e intermittente lo spazio di un anfiteatro, sfruttando la particolare conformazione del luogo. Per ricongiungere il centro culturale e la città si è inteso, in opposizione alle pratiche vigenti di progettazione urbana, occupare lo spazio intermedio con alcuni “oggetti anomali” che gli restituissero identità e valore. Funzionando singolarmente come “macchine relazionali” in grado di accogliere e stimolare l’uso quotidiano dello spazio, le quattro gradinate operano al tempo stesso tutte insieme interferendo con le qualità simboliche e percettive dello spazio, fino ad unificarlo mediante la produzione dell’immagine di uno spazio teatrale. In occasione di eventi o manifestazioni i quattro elementi possono infatti funzionare come veri e propri spalti rivolti verso un piccolo palco multifunzionale costruito al centro dell’emiciclo da Orizzontale e dal colletivo TXP di Madrid. Di notte, quando la vita del Centro Sociale si anima maggiormente, uno speciale sistema di illuminazione realizzato a partire da contenitori in plastica sottratti ad un ciclo produttivo che li avrebbe smaltiti, rende fruibile e accogliente lo spazio del giardino avvolgendo tutta l’area in una atmosfera di onirica sospensione.
STRATEGIA – S. O. S. è un progetto di intervento pensato per un luogo specifico, ma è anche e soprattutto un prototipo universalmente valido per altri e diversi interventi nello spazio pubblico. Le linee guida che hanno animato il processo possono essere riassunte in quattro punti: 1. Attivare una sinergia tra o differenti livelli di rifiuti che la città costantemente produce: dai materiali di costruzione, allo spazio dismesso dell’emiciclo, all’idea dimenticata di uno spazio comune. 2. Limitare al minimo il grado di trasformazioni fisiche del sito, con lo scopo di preservarne le qualità esistenti, rendere l’intervento completamente reversibile e ridurre a zero gli impatti ecologici ed economici. 3. Utilizzare techiche a basso contenuto di tecnologia e far sì che gli abitanti costruiscano lo spazio con le proprie mani. Siamo profondamente convinti che l’atto di prendersi cura di un luogo sia un primo fondamentale passo per la creazione di una comunità che intende abitarvi.
PROCESSO – “S.O.S.” è stato realizzato in cinque giorni da Orizzontale, TXP e 30 studenti della Facoltà di Architettura dell’Università di Roma “Sapienza”, durante le attività della prima edizione di “Babel2 – Independent biennale of critical living”, organizzata dal CSOA Forte Prenestion dal 14 al 20 Maggio 2012. Tutti i materiali, ad eccezione dei moduli per l’illuminazione, provengono dal disassemblaggio dell’installazione “Officina Roma” realizzata da raumlaborberlin nell’autunno del 2011 al Museo MAXXI di Roma nel contesto della mostra “Re- Cycle” . Le operazioni di smontaggio, condotte da Orizzontale nella settimana precedente al workshop, hanno salvato più di 25 metri cubi di legno da costruzione da un sicuro smaltimento. Grazie alla strategia di riuso, a dispetto della dimensione dell’intervento e dell’efficacia nella trasformazione dello spazio, “S.O.S.” è stato realizzato con un budget e con un impatto ecologico quasi nulli. “S.O.S.” è l’ultima di una serie di quattro iniziative promosse da Orizzontale nel contesto del progetto “KIUI – Kit di Interazione Urbana Istantanea”, realizzato anche grazie al contributo del Youth in Action Programme della Commissione Europea.
workshop/spazio pubblico
costruito
Maggio 2012
autoproduzione
Parco di via delle Palme / Forte Prenestino, Roma
orizzontale, Francesco Natalucci
Babel2 - Independent biennale of critical living