Urbanauts’ Units

2017 Makers-in-residence program

Urbanauts’ Units
2017 Makers-in-residence program

 

Urbanauts’ Units è un progetto sviluppato all’interno di  RAUM – Makers in residence programme 2017.

 

RAUM, fondato dall’organizzazione State of flux, è un laboratorio che promuove progetti di placemaking per una nuova area in costruzione della città di Utrecht: Leidsche Rijn. Nel 2016 il Comune di Utrecht ha commissionato a State of flux la creazione di uno spazio di sperimentazione interdisciplinare nell’area di Berlijnplein (Piazza Berlino). Questa piazza, situata al confine tra la città esistente e quella in costruzione all’interno del nuovo centro di Leidsche Rijn, è la più grande località interessata dal Vinex (programma di costruzione nazionale) nei Paesi Bassi. L’obiettivo di questo placemaking creativo è quello di immaginare la città del futuro e condividere queste visioni, mediate da progetti d’arte, di architettura e di design, con gli abitanti.

 

Berlijnplein è oggi un interessante “spazio soglia”: una zona temporaneamente sospesa, in grado di creare aspettative di ciò che verrà e pronta a ricevere impulsi innovativi. Il suo grande potenziale risiede proprio nel suo essere a cavallo tra il quartiere storico del centro e il nuovo quartiere in crescita di Leidsche Rijn.

 

La strategia attraverso cui abbiamo deciso di intervenire in questo contesto si avvale di un espediente narrativo come l’incipit di nuovo racconto urbano: il fine ultimo sarà la creazione di un’identità sociale e culturale per questa nuova parte di città.
Il principio che sottende al racconto e dà forma al progetto è, concretamente, quello di far percepire l’area di Berlijnplein come una terra remota e sconosciuta da scoprire. I pionieri, divenuti “urbanauti”, ovvero avventurieri contemporanei che navigano nell’ampio spazio pubblico, sono chiamati a ridefinire attraverso le loro rotte una nuovo sistema di circolazione urbana, da rileggere sotto una diversa prospettiva e significato: la mobilità urbana si trasforma in un’esperienza ricreativa.

 

La barca è stata per la nostra civiltà, a partire dalla preistoria fino al presente, un grande strumento di conoscenza e sviluppo, in senso materiale ed immateriale. È stato strumento centrale per la crescita economica e, contemporaneamente, come descritto dal filosofo Michael Foucault, “la più grande riserva dell’immaginazione” [M. Foucault, Des espaces autres, 1967]. La nave è stata, infatti, il veicolo principale per l’esplorazione di terre sconosciute e lontane: un utile mezzo di trasporto e grazie anche a molti autori nel campo della letteratura e dell’arte, rappresenta nella cultura di massa lo spazio ideale per l’avventura.
Durante i secoli sono state realizzate una grande varietà di tipologie di barche, utilizzate principalmente per la mobilità in acqua, ma le derive più sperimentali della ricerca hanno portato alla creazione di un veicolo antico, con un aspetto originale e fantasioso:  land sail o sail wagon (la vela di terra o vagone a vela?). Questo dispositivo a vela, creato per la prima volta in Cina intorno al 610 dC, stimolò sorpresa e meraviglia. Comunemente usato come mezzo di trasporto, sotto il principe Maurice d’Orange divenne un dispositivo di svago per intrattenere gli ospiti e fu reso più simile ad un carro carnevalesco o a una scenografia fantasiosa.

 

Urbanauts’ Units consta di due parti: una struttura fissa su più livelli (“quartier generale degli urbanauti” o “porto”), di altezza complessiva di 8,70 m, e una barca su ruote, che trova posto al suo interno.
Il “quartier generale degli urbanauti” è una struttura modulare in legno, una facciata urbana che suggerisce l’esistenza di uno spazio parallelo, un playground dedicato al tempo libero e all’incontro. Il piano terra è pensato per ospitare le barche e funziona come una sorta di cantiere navale: un laboratorio per la costruzione di nuovi dispositivi e per la loro riparazione. Dalle piattaforme che si susseguono in elevazione e dalla piccola torre è possibile osservare l’area circostante, fatta di preesistenze e nuove presenze, da un punto di vista insolito. La torre funziona anche come landmark, grazie alla gabbia di ferro in cima, sulla cui facciata principale trova posto un’ insegna LED rossa. Il “porto” è costituito da moduli di dimensione 1,5 x 2 metri, lotti adiacenti che possono essere incrementati e personalizzati.
Le barche rappresentano frammenti di questa dimensione onirica e sono “dispositivi mobili di interazione” che navigano nell’area di Berlijnplein stimolando incontri inaspettati e promuovendo nuove forme di convivialità.

 

Durante la nostra residenza ad ottobre 2017 abbiamo costruito due prototipi di imbarcazioni:

“Bora” è una barca su ruote composta da vari materiali come ferro, alluminio, legno di abete, reti in nylon, corde e cavi in ​​acciaio. È un dispositivo mobile che serve a esperire in modo ludico gli spazi urbani circostanti e a “navigare” nello spazio pubblico e con i suoi abitanti. Il design finale della barca è il risultato della manipolazione di una bici familiare fornita dal collettivo HUT.

“Sciampagna” è un tavolo sociale con le fattezze di una barca a vela in costruzione, completato da albero e boma in alluminio, ancorati al piano del tavolo con cavi d’acciaio e funi. È collocata al piano terra del porto e permette di creare situazioni di incontro e convivialità, funzionando allo stesso tempo come elemento originale di arredo e scenografia all’interno della struttura.

 

 

Tipologia

infrastruttura pubblica

Status

Costruito

Data

Ottobre 2017

Cliente

RAUM, State of flux

Luogo

Berlijnplein, Leidsche Rijn, Utrecht, Olanda

Foto

orizzontale, Juri Hiensch

In collaborazione con

Brommerbios, Goede Vrijdag

Realizzazione

Struttura “Harbour”: Dok - Chris Van Den Berg e il suo team

Sistema elettrico

Rogier Cloin

Category
installazioni, spazi pubblici