Crediamo nei processi aperti, durante i quali il progetto architettonico riceve continuamente input anche dopo l’inizio della costruzione. Per questa ragione adottiamo l’approccio laboratoriale come strategia progettuale, cercando così di ridurre le distanze tra gli attori del processo di creazione architettonica e ibridando le fasi di ricerca, progettazione e costruzione.
Il processo di progettazione condivisa è complesso e indeterminato. Gli abitanti, le amministrazioni, le associazioni, gli architetti, gli urbanisti, gli attivisti, chiunque si senta parte di uno specifico territorio dovrebbe rientrare in questo processo, ciascuno nella fase più opportuna ma con un obiettivo comune: incoraggiare nuove modalità di utilizzo dello spazio pubblico, che lo rendano effettivamente territorio del confronto. Lo strumento stesso del laboratorio ci permette di testare le soluzioni proposte fin dal primo utilizzo, mettendo così in discussione l’infallibilità dell’idea progettuale, che invece viene continuamente contaminata dai molteplici apporti derivanti dal contesto.